Il Monitoraggio di CIC, Assobioplastiche, Conai e Corepla
In seguito ad un accordo siglato da CIC, Assobioplastiche, Conai e Corepla, tra il 2015 e il 2017 sono state messe in atto numerose attività di monitoraggio, ricerca e sperimentazione nella filiera del riciclo organico con particolare riguardo a:
- qualità della frazione organica conferita negli impianti di compostaggio,
- opportunità e potenziali criticità operative per le diverse soluzioni impiantistiche esistenti
- soluzioni derivate dalla sempre maggiore inclusione degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile
Tali impianti hanno ritirato nel 2016 quasi il 20% dei rifiuti organici e quasi il 27% di tutta la frazione umida trattati in Italia.
La composizione del materiale conferito agli impianti
Il risultati delle indagini condotte negli anni 2016-2019 hanno dimostrato che la purezza merceologica media della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Urbano) supera il 95%,.
Questo significa che meno del 5% del materiale conferito agli impianti di trattamento biologico è MNC (Materiale Non Compostabile).
Focalizzando l’attenzione sui materiali plastici, si osserva che la plastica compostabile rappresenta l’1,4% del materiale conferito, mentre la plastica tradizionale il 3,1%.
PRESENTE NEL MATERIALE CONFERITO AGLI IMPIANTI
PRESENTE NEL MATERIALE CONFERITO AGLI IMPIANTI
Rapportando tali dati ai rifiuti annualmente gestiti in Italia nel 2016 dalla filiera di riciclaggio dei rifiuti organici, emerge che:
- le plastiche compostabili si aggirano intorno alle 58.000 tonnellate sul materiale tal quale
- le plastiche tradizionali hanno raggiunto e superato le 125.000 tonnellate sul materiale tal quale
Le plastiche compostabili sono interamente costituite da manufatti flessibili essenzialmente riconducibili ai sacchetti utilizzati per il conferimento dei rifiuti.
Delle plastiche tradizionali presenti, circa 110.000 tonnellate sono rappresentate da plastiche flessibili (shopper, sacchetti per la raccolta dei rifiuti, film, ecc.), mentre 15.000 tonnellate sono plastiche rigide.
PLASTICA COMPOSTABILE GESTITA IN ITALIA NEL 2016
PLASTICA TRADIZIONALE GESTITA IN ITALIA NEL 2016
I manufatti impiegati per la raccolta differenziata
Nonostante da quasi 10 anni in Italia sia in vigore l’obbligo di effettuare la raccolta separata dei rifiuti organici “con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002”, le indagini effettuate nell’ambito dell’accordo di programma hanno mostrato come solo 56,7% dei manufatti risponda agli obblighi di legge.
Purtroppo risulta ancora molto elevato l’impiego di manufatti in plastica tradizionale o plastica oxo-degradabile, entrambi non idonei per la raccolta dei rifiuti organici.
Conclusioni a fine monitoraggio: la qualità del compost e l’effetto trascinamento
Il monitoraggio condotto ha dimostrato che i manufatti in bioplastica si degradano interamente nel corso del processo di riciclaggio e non sono più rinvenibili alla sua conclusione.
Inoltre poiché la rimozione delle frazioni non compostabili – fase necessaria per garantire che il compost prodotto dagli impianti risulti conforme ai rigidi standard qualitativi fissati dalla normativa – viene effettuata principalmente mediante operazioni di tipo meccanico, si verifica purtroppo quello che viene definito effetto trascinamento, che consiste nello smaltimento indesiderato di un ingente quantitativo di materiale organico compostabile.
A causa di questo fenomeno, è fondamentale lavorare per il progressivo e continuo miglioramento della qualità merceologica dei rifiuti.
Per maggiori informazioni sulle indagini e ricerche condotte dal CIC in collaborazione con CONAI, COREPLA e ASSOBIOPLATICHE leggi qui